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- SCARPE BASKET modelli scarpe nike air max ,clothing and accessories for men on solarissport. Cheap Luxury Items outlet store to buy modelli scarpe nike air max online with free shipping, 100% Quality Authentic, accept credit card, fast shipping Tennis, Davis; Federer finalmente si allena. Clement sicuro: "Ci sarà'' - Repubblica.it (afp) PARIGI -La presenza o meno di Roger Federer, legata ai problemi alla schiena, anima la grande attesa per la finalissima di Davis Cup tra Francia e Svizzera, in programma da venerdì alloStade Pierre Mauroy di Lille, dove e’ stato allestito un campo in terra rossa indoor. Il capitano del team francese,Arnaud Clement, non ha dubbi sulla presenza del campione svizzero: ”Non immagino un suo forfait, con lui e Wawrinka la Svizzera parte favorita. Lo dice la classifica, sono numero due e quattro del mondo”.IL TEAM FRANCESE -Pretattica? Forse. Perché, oltre ai 27 mila tifosi francesi, la Francia di Clement potrà contare su una squadradi primo livello: Jo-Wilfried Tsonga, Gael Monfils, Richard Gasquet e Julien Benneteau. Il capitano, però, non svela chi scenderà in campo: "Chi giocherà i singolari? Ne cominceremo a discutere presto, ma i nomi li saprete solo giovedì al sorteggio – ha assicurato il 36enne ex tennista transalpino -, siamo eccitati e impazienti di cominciare. Arrivando qui tanti giorni prima abbiamo visto allestire lo stadio e questo ci ha dato una carica enorme. Le sensazioni sono ottime, ora sta chi scenderà in campo non lasciarsi travolgere dalle emozioni, gestire al meglio le tensioni di una sfida che non capita di giocare tutti i giorni. Ma sono certo che i miei ragazzi sapranno farlo”.E ROGER FINALMENTE SI ALLENA - Dopo aver saltato anche la sessione mattutina di allenamento, Roger Federer si è allenato per la prima volta dopo il forfait al Masters, sul campo di Lille. Qualche palleggio per circa mezz'ora con Michael Lammer, n.4 della squadra svizzera. Il campione di Basilea ha anche provato una serie di servizi sotto gli occhi del capitano della Svizzera Sverin Luthi, che al termine ha dichiarato che Roger non ha forzato e non ha avvertito alcun dolore. La presenza del n.2 del mondo nella finale resta però incerta. In precedenza avevano invece lavorato regolarmente Stanislas Wawrinka e Marco Chiudinelli, 33 anni e n.212 al mondo, sempre in attesa che il n.1 della formazione rossocrociata riprenda il suo posto per cercare di conquistare alla Confederazione la prima insalatiera. I PRECEDENTI -Per la Svizzera sarà la prima finale assoluto in Davis. La vigilia per gli elvetici è stata movimentata non solo per i dubbi sulle condizioni di Federer (costretto a dare forfait nella finale delle Atp Finals contro Djokovic), ma anche per la presunta lite tra Roger e Stanislas Wawrinka a causa dell’eccessivo tifo, secondo quest’ultima, della moglie di Federer durante la semifinale che vedeva opposti i due campioni svizzeri.La Francia, invece, insegue il decimo trionfo in CoppaDavis: l’ultimo risale al 2001, quando Nicolas Escude sorprese tutti battendo praticamente da solo sull’erba di Melbourne la favoritissima Australia di Rafter e Hewitt. Ma i francesi ricordano ancora come un incubo la disfatta dell’anno dopo nella finale di Parigi-Bercy in casa contro la Russia: Paul-Henri Mathieu perse incredibilmente la quinta e decisiva sfida contro Mikhail Youzhny dopo essere stato avanti di due set. Sara’ per questo che hanno preferito Lille a Parigi: un po’ di superstizione non guasta..
Torna visibile la più grande macchia solare degli ultimi 25 anni - Repubblica.it A METÀ ottobre aveva fatto la sua prima comparsa. Ora la più grande macchia solare degli ultimi 25 anni è di tornata visibile ma la sua attività appare più moderata. A ottobre, infatti, aveva generato intense eruzioni che avevano creato disturbi radio sul nostro pianeta. Il punto "non è tanto prevedere se ci sarà o meno un'eruzione solare, quanto riuscire a comprendere quali siano le caratteristiche che permettono di stabilire subito se l'eruzione avrà un impatto sulla Terra", spiega Vincenzo Carbone, presidente del primo gruppo di lavoro italiano dedicato alla meteorologia spaziale, lo Swico (Space Weather Italian Community) e docente di Fisica solare nell'università della Calabria.Fra gli obiettivi dello Swico c'è la realizzazione entro il 2016 del primo servizio di "meteo spaziale" in Italia. Compito di iniziative come questa è riuscire a dare in tempo utile l'allerta nel caso in cui le particelle liberate dall'attività solare possano colpire la Terra, causando tempeste geomagnetiche capaci di danneggiare i satelliti per le telecomunicazioni o di provocare blackout elettrici. Oltre a tenere d'occhio il Sole, obiettivo del servizio sarà controllare le possibili minacce che potrebbero arrivare da detriti spaziali e asteroidi che potrebbero incrociare l'orbita della Terra. modelli scarpe nike air max , Borse, scarpe, orologi e telefoni: il grande mercato del falso su Facebook - Repubblica.it C'È UN MERCATO del falso che conta un miliardo e 350 milioni di potenziali clienti. Si chiama Facebook. Sì, perché sono decine le pagine, e più spesso i profili, che - in barba alle policy del social network, per cui non si potrebbe usare un account privato per fare profitti - vendono merce. Per di più illegale. Una comunità dai tratti variegati su cui è difficile fare una stima precisa. Così come valutarne il giro d'affari. Qualche numero, per capirne la portata: la pagina che offre borse griffate Chanel e Armani conta 5,646 fan; 3,646 per quella che propone cappelli e sciarpe di Fendi, naturalmente imitazioni; 3,018 per lo spazio dove si trovano felpe Converse e scarpe Hogan. C'è di tutto, di qualsiasi brand: dall'abbigliamento alla tecnologia, passando per gioielli, orologi, cinture, borse e occhiali da sole. Un vero bazar. Tutto a prezzi stracciati rispetto ai prodotti originali: si va dai 10 ai 200 euro, a fronte dei 50 e 900 richiesti in boutique. Con un risparmio di circa il 70 per cento. Per capire come funziona, per tre giorni ci siamo finti una nuova rivenditrice, creando una falsa identità digitale: nome (fittizio) Alessandra; professione studentessa; segni particolari: fashion addicted. Grazie all'algoritmo di Zuckerberg, che suggerisce le amicizie in base ai nostri gusti, ci vuole davvero poco per contattare persone interessate all'argomento. "Ciao, vorrei acquistare all'ingrosso un po' della tua merce per rivenderla. È possibile sentirci al telefono?", è la domanda.Contraffazione e social, ecco i negozi del falso su Facebook Su 18 fornitori raggiunti, rispondono in 10. "A che cosa sei interessata?", la prima battuta. Ovunque. Fare una scelta è spesso difficile. Le repliche della Nike, dicono, sia il prodotto più gettonato della settimana. Qualcuno offre maglie Ralph Lauren e tracolle Gucci per uomo. Altre pagine propongono un set: borsa, ballerine e cintura Louis Vuitton a 160 euro. Spese di spedizione comprese. Altre ancora mettono in vetrina scarpe Hogan e giubbini Brums. "Offerta incredibile: cloni identici di Samsung S5, Samsung Note 3 e iPhone 5S, a soli 125 euro. Con cover, pellicole in omaggio, garanzia coreana. Tutti i colori disponibili", è la reclàme natalizia della pagina che punta sui gadget hi-tech. Un mare magnum. C'è chi si propone di fare da guida, e intermediario. Come una venditrice abruzzese: "Dimmi quello che vuoi: io ce l'ho. Borse, scarpe, telefonini: ho tutto. Repliche no, le ho finite. Però se mi dici che cosa ti serve, te lo procuro". E le basta solo qualche ora: "Ho trovato le nike e gli aifon. Poi domani ti trovo le ogan e le adidas", scrive poco dopo. C'è pure chi al telefono cerca di prendere le distanze da qualsiasi attività illegale. Spiega il comproprietario dell'account con sede a Livorno: "I falsi? Guardi, non li trattiamo direttamente. Vendiamo solo prodotti d'occasione. Un giorno abbiamo le scarpe, un altro i vestiti. Preferiamo guadagnare poco, senza avere problemi". Ha un sito in fase di lancio, tre ragazze che lavorano solo sul social, e spedizioni in tutto il mondo: dalla Germania agli Stati Uniti. Sembra tutto in regola, poi fa un passo falso, si tradisce: "Su Facebook", prosegue, "non pubblichiamo foto d'imitazioni, anche perché si riconoscono ad occhio. Però se qualcuno le ordina, noi ci organizziamo, lo mettiamo in contatto con altre persone. Insomma, qui come vuole acquistare così acquista. Gli originali costano tra i 30 e i 35 euro, gli altri tra i 15 e i 18".Foto e chat: è tutto qui il cuore concreto del business. Il motore pubblicitario sono i post condivisi, le decine di album, e a volte dei veri e propri cataloghi virtuali che vengono divisi per categorie. Mentre i primi approcci, le prime contrattazioni, si fanno grazie a Facebook messenger. Per ragioni di sicurezza e marketing è difficile vedere quanto costano i prodotti, almeno pubblicamente. Molti offrono lo stesso capo a prezzi di poco diversi, è questione di concorrenza. Se la trattativa procede, si passa a WhatsApp, o a una chiamata telefonica. Una volta scelta e ordinata la merce, si apre il portafogli. Via PayPal o bonifico. Tutto anticipato. "Perché la merce al fornitore la paghiamo prima anche noi", spiega un venditore. Qualche eccezione? Chi per esempio offre tute per donna Armani (euro 15,99) e Nike (euro 10,99), scrive il tariffario in bacheca, e cita il contrassegno: "Siamo gente seria noi". Ovviamente qualche fregatura c'è stata: si racconta di clienti che hanno ricevuto l'ordine e non hanno scucito un euro, di borse mai arrivate, di profili spariti, di altri bloccati, ma fa parte del mestiere. Un venditore avverte: "D'altra parte, se qualcuno vuole imbrogliarti, non te lo dirà mai, quindi è una tua scelta". Una garanzia minima la offrono le recensioni dei vecchi, e attuali clienti, per lo più donne. "Pacco arrivato, sono molti più belli da vicino che in foto: grazie"; "Ragazza gentilissima, prodotti super": sono solo alcuni dei commenti che capita di leggere.Ma chi c'è dietro questa sorta di bancarelle 2.0? Spesso sono piccoli imprenditori fai da te che in tempi di crisi vedono nello scambio di fake - facilitato dagli strumenti messi a disposizione da Facebook - una via di guadagno facile. Un modo per sbarcare il lunario: semplice, veloce e quasi privo di conseguenze. Certo, gli utenti possono segnalare le irregolarità alla piattaforma di Zuckerberg e far bloccare un account. Ma riaprirlo con un nome diverso costa un attimo. Si può anche essere pizzicati: nell'estate del 2013, il britannico Gavin Brammah è stato condannato a 6 mesi di prigione. Con l'accusa di aver venduto prodotti falsi per il valore di 30mila sterline. Un caso raro. Tutto ciò permette di alimentare un business, quello della contraffazione, illegale e milionario. Secondo le stime della World Customs Organization, è un giro d'affari internazionale da 500 miliardi di dollari l'anno. Un tesoro gestito di solito da organizzazioni criminali che si occupano di produrre la merce e di organizzare la grande distribuzione. "I social network facilitano l'interconessione tra questa area grigia e i privati cittadini", commenta Giuseppe Provera, amministratore unico di Convey che per il Ministero dello sviluppo economico ha realizzato un'indagine proprio su questi temi. "Un'intermediazione su due livelli: c'è chi acquista e rivende; chi invece si limita a generare connessioni, cioè a diffondere dei link che rimandano a questi siti". Aggiunge Giovanni Avitabile, Colonnello del Comando generale della Guardia di Finanza: "Non siamo in grado di stabilire se i venditori su Facebook siano tutti di piccolo livello, o facciano da intermediari per un grosso stocchista. Di certo, è difficile seguire ogni rivolo, dobbiamo selezionare gli obiettivi, puntare sulle organizzazioni". I rischi per i consumatori? "Chi compra consapevolmente dei prodotti falsi può avere una multa che va dai 100 ai 7 mila euro. Poi non sa chi è il suo interlocutore, né se la merce gli arriverà e come. Per non parlare dei pericoli per la salute e i danni economici".Francesca fa questo lavoro da due anni, ha un ottimo curriculum da venditrice, e non ha mai avuto alcun tipo di problema. Ordina la merce contraffatta che il cliente le commissiona in Cina, più raramente in Turchia, e il pacco arriva direttamente all'indirizzo di chi l'ha richiesto. Senza passare dalle sue mani. Il prezzo dei prodotti originali è uguale a quello che si trova in negozio, mentre tra i falsi c'è una grande differenza. Partono dai 35 euro fino ad arrivare ai 180. Spiega: "Quelle sono le imitazioni top: quelle proprio fatte bene, bene. Con tanto di certificati e custodia". E se il pacco lo fermassero alla dogana? "Il massimo che possono fare è chiederti i documenti per sbloccare la merce", assicura. Vende? Sì, tanto. Ok, all'inizio è costato un po' di fatica, ammette. Bisogna caricare le foto, coltivare i rapporti con le persone, stare dietro ai fornitori, ma una volta superata la fase iniziale, gli affari si fanno eccome. "Ormai mi conoscono, dopo un po' crei il tuo giro. Vale la pena provare perché si lavora. Ora come ora nessuno va in negozio a spendere mille euro per una borsa. Piuttosto con cento euro se ne prende due". Un'ultima telefonata sembra darle ragione: "Si tratta di imitazioni?", chiediamo a un venditore di griffe. Rispondono ridendo: "Sì, certo, e che ti credevi? I prezzi sono quelli che leggi, se prendi in stock, ti facciamo lo sconto. Vediti le tue cose e poi contattami. Però datti una sbrigata, se noi poi gli articoli finiscono". modelli scarpe nike air max,Il liceo classico? Assolviamolo, ma va riformato - Repubblica.it (ansa) TORINO - Il liceo classico è assolto, perché "il fatto non sussiste ". Ma dovrebbe essere riformato al più presto. Così, al Teatro Carignano, una corte già fortemente influenzata da una serie di opinioni favorevoli al liceo più antico d'Italia, da Luciano Canfora a Ivano Dionigi, ha deciso ieri, dopo un processo organizzato dalla Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, dal Miur e da Il Mulino, dove l'economista Andrea Ichino e il semiologo e scrittore Umberto Eco sostenevano l'accusa e la difesa. Un processo guidato da Armando Spataro, procuratore capo a Torino, e accompagnato da testimonianze e "tifo", nonché grida di dolore e di richiamo al cambiamento di insegnanti e studenti. Ma anche di argomenti che hanno trionfato, come l'invito di Eco a considerare che la cultura classica è utile e forse indispensabile, a chi deve progettare il software di un computer. Ecco gli argomenti principali con i quali Eco e Ichino si sono "sfidati", con ironia il primo, con passione e dovizia di dati il secondo. Ma oltre che di scuola si è parlato moltissimo dei modi italiani, e non solo, di formare una classe dirigente.Andrea Ichino: In questo processo cercherò di far condannare il classico perché inganna alcuni studenti, che lo scelgono per avere strumenti migliori. E poi perché è inefficiente e perché è figlio della riforma Gentile, la "più fascista delle riforme", che voleva creare una scuola di élite impedendo alle classi svantaggiate di accedervi.Umberto Eco: Sono d'accordo: il classico non prepara meglio dello scientifico, ma prepara in modo uguale. Ed è vero che Gentile non aveva fiducia nelle materie scientifiche. Nel liceo classico che ho fatto io c'era perfino pochissima storia dell'arte, la studiavamo solo su un vecchio manuale, il Pittaluga, con le foto in bianco e nero. E si erano dimenticati di spiegarci che Leonardo era un genio della pittura, ma non sapeva granché di chimica dato che molti suoi affreschi si scoloriscono.Ichino: Nessuno vuole davvero abolire la cultura umanistica. Ma in Italia le competenze matematiche sono sconosciute al 70 per cento degli adulti contro il 52 medio degli altri paesi: forse è ora di restituire qualcosa. Occorre ripensare un equilibrio. Le ore non sono illimitate. Dobbiamo scegliere: studiare i mitocondri, dove si ritiene ci sia l'origine della vita di tutto il pianeta, o l'aoristo passivo e le origini della nostra cultura?Eco: Ripensare un equilibrio vuol dire insegnare meglio il latino, dialogando in latino elementare, introdurre per tutti i cinque anni almeno una lingua straniera, e perfino la storia dell'arte. Anche il greco si può cambiare, aumentando le traduzioni del greco della koiné e di quello che anche Cicerone parlava. Propongo l'abolizione del liceo scientifico e la nascita di un'unica scuola, umanistica e scientifica.Ichino: Su 1700 studenti bolognesi che si sono candidati al test per entrare alla facoltà di Medicina, quelli del classico erano avvantaggiati rispetto a quelli dello scientifico perché il loro voto di maturità era superiore di un punto e più rispetto alla media della scuola. Ciò nonostante, sono andati peggio nei test di chimica e di fisica. E se si paragona l'andamento al test con le medie successive degli esami si vede che a Medicina va meglio chi ha superato meglio la prova.Eco: Ma chi ci dice che i test di medicina così come sono vadano bene? Che controllino anche la conoscenza memoriale, che pure è utile? E che invece non creino sacche di iperspecializzazione dove chi cura una malattia rara non sa più curare il raffreddore?Ichino: Quello che sappiamo è che in Italia avere il padre laureato conta 24 volte di più per ottenere, da adulti, un reddito elevato. In America si arriva al massimo a 6 volte e ciò che conviene davvero non è tanto nascere nella famiglia giusta, ma provvedere a laurearsi in proprio. Per tacere del fatto che non solo l'inglese, ma anche l'arabo o il cinese possono essere oggi necessari.Eco: Ma abolire la cultura classica serve solo a perdere la memoria, a farci vivere in una società orientata sul presente. Con le conseguenze che sappiamo: nessuno sa dire in che anno Mussolini e Hitler stipularono il primo accordo, nessuno dice che era il 1936. Lo stesso Hitler non doveva aver studiato bene la storia napoleonica, altrimenti avrebbe saputo che non si può invadere la Russia senza dover affrontare almeno un inverno. Quanto a Bush, invadendo l'Afghanistan non si era informato da nessuno su come mai né Inghilterra né Russia l'avevano già fatto nei secoli precedenti: realtà orografica e rivalità tribali rendevano l'impresa difficile.Ichino: Ma se il liceo classico è così fondamentale, mi sapete spiegare come mai nessuno lo riproduce in altri paesi? O perché anche nazioni come la Francia e la Germania lo hanno abolito e oggi riescono a reagire alla crisi meglio di noi? E perché invece di imporre a un ragazzo di 14 anni un menù fisso non glielo si propone invece a' la carte, lasciandogli la possibilità di scegliere un po' alla volta quali corsi frequentare? Vi suggerisco di guardare alla Boston Latin School.Eco: È vero, un mio nipote frequenta a Roma un liceo francese e in effetti ha potuto scegliere a' la carte, decidendo per greco ed economia. Non è troppo appassionato alla grammatica, ma ama molto il modo in cui il suo professore passa facilmente da quella alla civiltà di Atene antica. E forse così scoprirà un poco anche i misteri dell'aoristo.Ichino: Ma perché la nostra futura classe dirigente, o presunta tale, studia per anni il greco e il latino, passa il tempo a fare versioni, e alla fine non parla nessuna di queste due lingue mentre l'inglese o il francese sì?Eco: Perché c'è modo e modo di studiare latino e greco. Adriano Olivetti cercava e assumeva oltre agli ingegneri anche persone con cultura umanistica, educate sulle avventure della creatività. Io stesso del resto appena ho avuto uno dei primi computer di Apple ho imparato a programmare un sistema per riprodurre i sillogismi classici sulla base della mia conoscenza di Aristotele. Non è vero dunque che un informatico sia un semplice esecutore di equazioni, anche se non è necessario che abbia letto i formalisti russi per pensare all'intertestualità.Ichino: Il liceo classico è iniquo perché non dà strumenti adeguati alla società, e dunque contribuisce a ridurre la mobilità sociale. La storia è certamente utile, ma dopo aver studiato quella e la filologia ci sono molte altre cose che uno studente deve fare. E tra queste utilizzare informazioni qualitative, di tipo scientifico, per risolvere i problemi.Eco: È in un certo senso la mia proposta di un unico liceo. Si deve studiare il teorema di Pitagora, ma anche la sua teoria sull'armonia delle sfere. E il suo terrore dell'infinito.Applausi, riunione della corte, sentenza dopo un'ora soltanto.
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