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Vertice G20: "L'evasione fiscale e le disuguaglianze crescenti soffocano le economie e vanificano la lotta alla povertà" - Repubblica.it Winnie Byanyima direttore esecutivo di Oxfam International ROMA - Un mondo libero dalla disuguaglianza e dalla povertà, in grado di fronteggiare nel modo più adeguato la minaccia posta dal cambiamento climatico e capace di fare spazio alle donne. In poche parole, un mondo più giusto. Non una utopia, ma una possibilità concreta per il direttore esecutivo di Oxfam International Winnie Byanyima, presente a Brisbane per la sessione G20 del 15 e 16 novembre, che ha in agenda la promozione della crescita economica attraverso il miglioramento del sistema di scambi commerciali, l'aumento dei posti di lavoro, la creazione di una economia globale più forte. Le disuguaglianze aumentano. Al forum di Davos, del gennaio scorso, Oxfam aveva diffuso un dato sconvolgente: 85 super ricchi possiedono l'equivalente di quanto detenuto da metà della popolazione mondiale, vale a dire tre miliardi e mezzo di persone. "Nuove ricerche da noi condotte mostrano che fra il 2013 e il 2014 gli stessi 85 super ricchi hanno visto crescere la loro fortuna di 668 milioni di dollari al giorno, quasi mezzo milione di dollari al minuto - sottolinea Winnie Byanyima in un intervista a Mondo Solidale - in Sudafrica la disuguaglianza economica è perfino più profonda oggi che all'epoca dell'apartheid: un minatore di platino sudafricano dovrebbe lavorare 93 anni per guadagnare il bonus che riceve ogni anno un presidente di consiglio di amministrazione suo connazionale. Anche in Australia, paese sede del G20, la disuguaglianza cresce a ritmi vertiginosi: L'1% degli australiani più ricchi possiede più soldi del 60 per cento della popolazione povera". L'evasione fiscale corrode l'economia mondiale. Il direttore di Oxfam sottolinea che negli ultimi 30 anni una fiorente rete di paradisi fiscali ha occultato gigantesche fette di ricchezza valutate in 18 triliardi e mezzo di dollari: "Diciotto triliardi e mezzo sono una cifra da capogiro: basti pensare che il prodotto interno lordo degli Stati Uniti, il paese più ricco della Terra, non raggiunge i 16 triliardi. E' stato calcolato che i paesi poveri perdono un triliardo l'anno per flusso illecito di capitali: sette volte il volume degli aiuti che ricevono. L'evasione fiscale arreca danni enormi all'economia dei paesi poveri. In Sierra Leone, uno dei paesi in cui infuria l'epidemia di Ebola, gli incentivi fiscali offerti a sei sole imprese equivalgono al 59 per cento dell'intero bilancio nazionale per il 2012, a otto volte la spesa per la sanità e a sette quella per l'istruzione. E la carenza di investimenti in solide infrastrutture sanitarie pubbliche è appunto uno dei motivi per cui l'epidemia è sfuggita a ogni controllo". Eliminate le scappatoie per chi non paga le tasse. Le scelte economiche di lungo periodo - e gli accordi "politici" che consentono alle grandi corporazioni di evadere le tasse - sono assolutamente parte del problema. E' necessario bloccare ogni scappatoia fiscale per consentire ai paesi povero di investire in servizi essenziali per la loro popolazione: "Servizi pubblici accessibili, a partire da sanità e istruzione, sono un potente fattore di uguaglianza, in grado di contrastare l'impatto negativo della distorta distribuzione della ricchezza e del reddito. Servizi pubblici efficienti consentono a una popolazione sana e istruita di cogliere più opportunità per prosperare nella vita. "Non puntate sulla crescita, prima abolite gli squilibri". Un piano d'azione del G20 per la riduzione della povertà potrebbe fare la differenza? "E' ormai evidente a tutti che la disuguaglianza è un tema da affrontare al più presto, e i leader del G20 sono nella condizione di poter imprimere un cambiamento - osserva Winnie Byanyima. - Lo scopo del G20, in quanto forum economico, è quello di favorire la crescita sostenibile. Ma Oxfam teme che in questa occasione i leader mondiali possano commettere l'errore di puntare l'attenzione esclusivamente sulla crescita, senza affrontare il tema della disuguaglianza. Nei paesi G20 vive più della metà della popolazione povera del mondo e questo consesso è tenuto a recepire il monito di Fondo monetario, Banca mondiale e Ocse secondo i quali la disuguaglianza sta facendo fallire la battaglia contro la povertà, oltre a compromettere la crescita economica. Se il G20 adotterà una strategia di crescita inclusiva, assumendo iniziative nei confronti di un sistema fiscale globale che oggi fa acqua, produrrà un concreto impatto sula povertà e la disuguaglianza nel mondo. Per essere sostenibili e in grado di produrre effetti a lungo termine, le strategie di crescita decise a Brisbane dovranno farsi carico della minaccia posta da una disuguaglianza che è estrema, e continua a crescere". La minaccia del cambiamento climatico ormai è realtà. Su tutto questo grava l'ombra del cambiamento climatico, ormai divenuto realtà quotidiana: "II cambiamento climatico non è più qualcosa di destinato ad accadere, ma è cosa dei nostri giorni. Negli ultimi cinque anni più di 650 milioni di persone ne sono state colpite e più di 112mila sono morte in seguito a calamità di natura climatica. Il cambiamento climatico minaccia di distruggere insediamenti e infrastrutture, devasta le colture, crea milioni di affamati e vanifica gli sforzi delle persone per liberarsi dalla povertà. Il costo economico di questo caos è immenso: quasi mezzo triliardo di dollari, il triplo di tutto quello che si era speso negli anni settanta. Il cambiamento climatico si sta verificando ora, costa vite umane e semina fame. Il prezzo che paghiamo è sempre più alto, e non possiamo permetterci ulteriori ritardi. Il senso della recente presa di posizione comune Usa-Cina sul clima è che i due paesi fanno sul serio, e la loro determinazione dà respiro all'impegno internazionale sul cambiamento climatico. Usa e Cina meritano apprezzamento per aver dato prova di cooperazione globale e di una leadership in grado di spezzare lo stallo politico. Ma la scienza ci indica che occorre fare di più, se vogliamo tutelare il futuro dei nostri figli. I paesi responsabili della maggiore quantità di emissioni, non solo Usa e Cina, devono fare in modo che questo sia il punto di partenza di altri, più ambiziosi impegni". La parità femminile, fattore di progresso. Non va dimenticata la dimensione di genere: "Nei paesi del G20 e in molti altri le donne sono pagate meno degli uomini, si fanno carico della gran parte del lavoro non pagato, sono la maggioranza dei lavoratori part time, sono discriminate in famiglia, nel mercato e nelle istituzioni. Nel 2012 i leader del G20 si erano impegnati ad abbattere le barriere che impediscono la piena partecipazione economica e sociale delle donne e la creazione di opportunità nei loro paesi. Il G20 ha la possibilità di mantenere l'impegno per una crescita davvero inclusiva, di impegnarsi per rendere le donne meglio in grado di resistere alla crisi economica mediante politiche di crescita e di occupazione che assicurino parità. Il premier australiano ha proposto come obiettivo l'aumento del 25% dell'occupazione femminile: salutiamo con soddisfazione questa attenzione del G20 nei confronti delle donne, ma l'obiettivo di Oxfam è quello di porre fine al divario di genere in materia di retribuzione, non solo di aumentare l'occupazione femminile. E i posti di lavoro che dovessero essere creati grazie all'impegno di questo G20 vanno accompagnati da sicurezza, paghe adeguate e diritti sindacali. Per raggiungere questo obiettivo è necessario adottare politiche sociali coraggiose che siano in grado, per esempio, di assicurare alle madri e alle famiglie, anche a quelle più povere, la disponibilità di asili nido per i figli". Gli obiettivi del millennio devono rilanciare la sfida. "I nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile del millennio, in corso di elaborazione in sede Onu, prefigurano una opportunità storica, in grado di porre davvero fine alla povertà e di salvare il pianeta - dichiara Winnie Byanyima. - Gli obiettivi che si compiranno il prossimo anno hanno fatto registrare lodevoli progressi: l'obiettivo del dimezzamento della povertà estrema è stato raggiunto, e questo è motivo di gioia. Ma alla sfida congiunta della disuguaglianza e del cambiamento climatico non si è risposto in modo adeguato, e Oxfam teme che lo stesso errore possa ripetersi. Se vogliamo creare un mondo più giusto e migliore, i nuovi obiettivi del millennio dovranno essere ambiziosi e dovranno essere sostenuti da una forte iniziativa su questi drammatici temi. Oxfam chiede obiettivi in grado di cancellare la disuguaglianza economica estrema, di sradicare la povertà, di assicurare l'uguaglianza delle donne, garantendo copertura sanitaria e istruzione per tutti mediante servizi pubblici forti". Clima, energia, cibo, accesso all'acqua. "Se procederemo nel modo giusto, un coraggioso ripensamento dello sviluppo globale sarà in grado di dare slancio alla transizione verso un mondo più equo, un mondo libero dal flagello della povertà e del cambiamento climatico. Questo potrebbe cambiare la vita di milioni di persone", conclude Winnie Byanyima. Il direttore esecutivo di Oxfam International è stato per undici anni deputato al parlamento ugandese, ha fatto parte della commissione dell'Unione africana ed è stata responsabile del dipartimento Gender and development del programma per lo sviluppo delle nazioni Unite. Cofondatrice della Global gender and climate alliance, ha presieduto la task force dell'Onu che si occupa delle questioni di genere nell'ambito dell'Agenda del millennio. air max 90 prezzo , La scarpa stile Espadrilla di Stradivarius air max 90 prezzo,Una scarpa al giorno: il trekking boots di Timeless

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